Beppe Vessicchio ha svelato per la prima volta pubblicamente quanto guadagnano i componenti dell’orchestra del Festival Di Sanremo. A sentire queste cifre vengono i brividi. Ecco di cosa si tratta nel dettaglio!
Nel cuore pulsante del Festival di Sanremo, una rivelazione sorprendente emerge dalle parole di Beppe Vessicchio, il celebre direttore d’orchestra e volto noto della televisione italiana, che porta alla luce una realtà poco conosciuta sul retroscena della prestigiosa kermesse musicale. In una conversazione intima con l’Avvenire, Vessicchio apre il sipario su una verità scomoda: i compensi degli orchestrali di Sanremo sono una “paga da fame”, un grido di allarme che scuote le fondamenta del glamour associato all’evento.
La dedizione e il talento richiesti per animare le note che riecheggiano nell’arco di cinque settimane lavorative si scontrano con una realtà finanziaria amara: 2.000 euro netti, una cifra che mal si addice alla grandezza e al prestigio che Sanremo rappresenta nel panorama musicale internazionale. Vessicchio, con la sincerità che lo contraddistingue, non esita a definire questa situazione “indecenza”, un monito per riconsiderare il valore attribuito ai musicisti che, con la loro arte, contribuiscono a creare la magia di Sanremo.
Il direttore d’orchestra non si limita a denunciare; offre anche uno sguardo comprensivo sulle sfide logistiche e fisiche affrontate dagli orchestrali, messi alla prova da orari estenuanti e da una maratona di prove che mette a dura prova la loro resistenza. Il racconto di una serata che si protrae fino alle 2 di notte, seguita da un richiamo alle armi alle 11 del mattino successivo, disegna un quadro di professionalità e passione che va ben oltre il semplice dovere.
Vessicchio si fa portavoce di un appello al cambiamento, rivolgendo un invito diretto ad Amadeus e alle istituzioni a prendere consapevolezza e agire. La sua voce si fa eco di un sentimento più ampio, un desiderio di giustizia e riconoscimento per quei “giovani innamorati della musica” che, nonostante tutto, continuano a credere nel sogno di Sanremo.
Il direttore conclude riflettendo sulla propria esperienza e sulla bellezza incontrastata della musica, capace di unire mondi e persone. La sua stima per artisti come Lazza, e il riconoscimento del loro talento da parte di figure illustri del mondo della musica classica, tessono un legame indissolubile tra generi e generazioni, testimoniando la forza trasformativa della musica, capace di oltrepassare barriere e toccare il cuore di chi ascolta.