Emma Marrone condivide il suo percorso tra dolore e rinascita durante un’intervista e spiega il male che la affligge in questo periodo. Ecco che cosa è accaduto!
Emma Marrone si racconta senza filtri, condividendo i momenti di sofferenza, il viaggio attraverso il dolore e la sua rinascita. In un’intervista al Corriere della Sera, la cantante parla apertamente dei periodi più duri della sua vita, momenti che oggi considera superati. Si dichiara in un vero “stato di grazia” dopo aver conquistato il palco del Forum di Assago per il primo dei tre concerti che segnano la chiusura del progetto ‘Souvenir’. E a chi le chiede se la vedremo al Festival di Sanremo, Emma risponde senza mezzi termini: no, non sarà sul palco dell’Ariston.
Emma ricorda il periodo più difficile, coinciso con la perdita del padre, un evento che ha profondamente segnato la sua vita. Il dolore la spinse a esibirsi in piccoli club, cercando un’intimità maggiore con il pubblico, una scelta che, secondo lei, le ha permesso di sentirsi meno sola. Rivela di essere stata “distrutta, disturbata e arrabbiata,” ma la musica, una canzone in particolare, “Mezzo mondo,” le ha dato la forza di ripartire. La nascita di Souvenir, racconta Emma, è stata un reset totale: un disco per ritrovare sé stessa e affrontare una fase della vita complessa, fatta di traumi personali e cambiamenti nel mondo musicale.
Negli anni, Emma ha lavorato duramente con il suo vocal coach Pachy per migliorare la tecnica e correggere abitudini sbagliate, non solo nella voce ma anche nella postura e nei movimenti. Questo percorso l’ha aiutata a esplorare nuove possibilità vocali, a capire che, a volte, morbidezza e dolcezza possono essere strumenti potenti quanto rabbia e grinta.
Dopo l’intensa serie di concerti, Emma ha deciso di prendersi una pausa: sente il bisogno di fermarsi, di riposare e di godersi la vita al di fuori del palcoscenico. Sanremo? Nemmeno la chiamata di Carlo Conti riuscirebbe a convincerla. Ora vuole vivere per sé, trascorrere serate con gli amici e respirare a fondo, godendo dei successi recenti.
Emma, come molte colleghe, ha spesso subito critiche sugli abiti indossati nelle performance. Secondo lei, questa mentalità deriva da una cultura retrograda e maschilista. Sottolinea come, se un artista uomo si esibisce in mutande, si parla della sua musica; se invece è una donna, il focus si sposta sull’abbigliamento, sminuendo il suo lavoro.
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