Una donna di 46 anni muore dopo un intervento estetico in uno studio non autorizzato. Scopri i dettagli inquietanti di questa vicenda.
Una nuova tragedia scuote Roma: una donna di 46 anni ha perso la vita dopo un intervento di chirurgia estetica in un ambulatorio privo di autorizzazioni. Era domenica pomeriggio quando qualcosa è andato storto. Il malore è stato improvviso, la corsa in ospedale disperata. Al Policlinico Umberto I non hanno potuto fare altro che constatare il decesso alle 20.
L’intervento si stava svolgendo in uno studio privato di via Franco Roncati, nel cuore di Torrevecchia. Una struttura che, secondo i primi riscontri, operava nell’illegalità da ben 13 anni. Nessuna licenza, nessuna chiamata al 118. Il personale ha tentato di rianimarla, ma ha contattato un’ambulanza privata solo dopo ore, quando ormai era troppo tardi.
Il medico responsabile, José Picciotti, vantava sui social prezzi imbattibili e promesse di sicurezza. Proponeva “la chirurgia plastica del Sudamerica a Roma”, ma dietro le promesse si nascondeva un passato inquietante: precedenti per lesioni legati a interventi nel 2006 e nel 2018. Ora lui, l’anestesista e l’infermiera sono indagati per omicidio colposo. L’intero ambulatorio è stato sequestrato.
La Procura vuole vederci chiaro: cosa ha causato il malore? Perché nessuno ha chiamato i soccorsi in tempo? E soprattutto, com’è stato possibile che questa struttura continuasse a operare impunemente?
La vicenda non è isolata. Solo pochi mesi fa, due donne sono morte in circostanze simili: Margaret Spada a novembre, dopo una rinoplastica; Simonetta Kalfus a marzo, in seguito a una liposuzione. Anche in quei casi, chirurgi già noti alle autorità continuavano ad esercitare.
Ora la domanda è una sola: quanto è sicuro inseguire un ideale di bellezza? Scrivi nei commenti cosa ne pensi e se anche tu credi che sia arrivato il momento di controlli più severi.