Dopo l’escalation Iran-USA, l’Italia corre ai ripari. Obiettivi sensibili sorvegliati, forze militari pronte. Tutto sull’allarme terrorismo.
Cosa succede quando la tensione internazionale bussa alle nostre porte?
L’attacco americano ai siti nucleari iraniani ha fatto scattare un campanello d’allarme globale. E l’Italia risponde stringendo i ranghi. La minaccia è reale, l’allerta massima. A rischio ci sono oltre 29mila obiettivi sensibili, più di 10mila infrastrutture critiche. Un migliaio legate direttamente a interessi americani e israeliani.
Il ministro Crosetto lo ha detto chiaramente: stiamo entrando in una fase delicata, forse decisiva. I raid su Natanz, Arak e Fordow hanno scosso l’intero equilibrio del Medio Oriente. E la risposta dell’Iran potrebbe essere violenta, imprevedibile. L’eco del conflitto potrebbe rimbalzare ben oltre i confini regionali.
In Italia, l’aria si fa tesa. I vertici dello Stato si sono mossi con rapidità. Rafforzata la sorveglianza nei luoghi affollati: musei, eventi, stazioni, siti turistici. Roma diventa una città blindata. Il Giubileo si avvicina e la sicurezza è diventata una priorità assoluta.
Occhi puntati sulle basi americane da Aviano a Sigonella. Massima attenzione anche per le strutture diplomatiche, aziende USA, catene commerciali, compagnie aeree. Non solo: sorveglianza speciale per i siti ebraici e israeliani, già sotto controllo da tempo ma ora ulteriormente monitorati.
Il generale Portolano rassicura: le forze armate italiane sono pronte, allertate da giorni. Nessuna sorpresa. Ogni mossa è sotto osservazione. Il rischio? Che lo scontro si allarghi e travolga anche l’Europa.
Tu cosa ne pensi? L’Italia è davvero pronta ad affrontare un’escalation del genere? Diccelo nei commenti.